lunedì 16 dicembre 2019

( NONO CAPITOLO - LA QUASI PACE NEL REGNO DI ALBIONE )

Montecchio 12 dicembre 2019 giovedì


Correva l'anno 5.999 era ormai passato un anno dalla guerra contro i sassoni e una soldatessa di nome Xerafina de Xerafines era stata uccisa contro i sassoni con una freccia dai nemici.
Lei era una contadina ed era stata arruolata dai cavalieri di Camelot perché si fece passare per uomo, lei aveva 20 anni ed era alta con gli occhi azzurri ed era bella formosa. Era ormai morta da un anno e tutti i cavalieri della tavola rotonda sentivano la sua mancanza, anche re Artù Pendragon che in passato l'aveva baciata in segreto e le aveva fatto giurare di amarlo e di non tradirlo per tutta la sua vita. Per non dimenticare Xerafina, Artù fece costruire una statua in suo onore. Artù e sua moglie Ginevra ebbero un figlio di nome Mogret.
Ma il bambino fu portato via da una sacerdotessa di nome Morte.
Morte aveva preso Mogret per costringere Ginevra ad usare i simboli sacri e fare i fuochi di Bentram. Un giorno Ginevra disse: "Voglio avere la pace ma voglio anche crescere mio figlio".
Mogret si trovava ad Avalon, il regno dei druidi e delle sacerdotesse.
Ginevra credeva che le sacerdotesse pregassero un dio malvagio di nome Satata e non Zeus. In realtà le sacerdotesse pregavano la dea Atena, detta anche Minerva.

Ormai i sassoni si erano alleati con Camelot, Avalon e Albione, tutti ebbero figlie e figli e vissero per il momento in pace e in armonia perché non c'erano più nemici. La sacra spada Excalibur era al sicuro e il pugnale era stato ritrovato vicino ad una grotta e per il momento tutti vissero in pace. 

Fine. Ciao da Silvano.





Re Artù Pendragon



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