giovedì 12 ottobre 2023

Digital Divide

Tema ispirato alla Cittadinanza Digitale (Digital Divide)

Video su Digital Divide: https://www.youtube.com/watch?v=nuGhnrOKlzk


Questo racconto si svolge nel 1999 a Catania nel quartiere Librino. Come tutti saprete, Librino non è di certo un quartiere dove andare a fare una passeggiata di salute e questo lo sa ottimamente anche Marcello Pradetti, un ragazzo proveniente da una famiglia povera.

Un giorno, Marcello ebbe l'occasione di andare in casa di un suo amico che era diciamo "ben messo a soldi" dato che aveva il PC portatile e il modem in casa con la connessione a Internet. Invece Marcello a casa sua non aveva la connessione a Internet e non possedeva nemmeno un PC.

Ad un certo punto, l'amico lasciò Marcello da solo per qualche minuto perché doveva andare in bagno. Approfittando dell'assenza dell'amico, Marcello decise di cercare su Internet qualche video interessante da solo. Durante la ricerca, Marcello, per curiosità, cliccò su una pubblicità pop up. All'improvviso sullo schermo apparvero molte finestre di vari siti e annunci pubblicitari. Subito dopo uscì un avviso che diceva: "Attenzione! Rilevato virus!". Marcello si spaventò ma non sapeva cosa fare.

Poco dopo arrivò l'amico che urlò: "Cosa hai fatto?". L'amico spense il PC ma ormai era troppo tardi, il computer era stato infettato da un virus informatico. L'amico, arrabbiatissimo, disse a Marcello: "Hai rovinato il mio computer, devi darmi i soldi per ricomprarlo. Non provare a scappare, mio zio è il Boss di Catania". Marcello però non credette al suo ormai ex amico e tornò a casa tranquillo.

Lo zio dell'ex amico però era davvero il Boss di Catania, chi ha capito ha capito, insomma, non certo il panettiere del paesello. Quando Marcello se ne rese effettivamente conto era troppo tardi.

Una sera, Marcello, mentre stava passeggiando per il quartiere, venne rapito da due brutti ceffi che lo rinchiusero nel baule di una Clio Sport. I rapitori erano: Lallo Lo Zoppo e Tonino La Tortina.   

Il ragazzo urlò: "Lasciatemi! Lasciatemi andare!". I rapitori risero e dissero a Marcello: "Adesso vedi cosa ti combina il nostro capo". I rapitori si fermarono accanto allo stadio Angelo Massimino - Cibali dove per altro Marcello aveva avuto tante soddisfazioni essendo lui tifoso del Catania. I rapitori fecero scendere il ragazzo dall'auto e poi lo pestarono come una marionetta di Kankuro (un personaggio di Naruto). I rapitori, dopo aver finito di pestare Marcello, dissero al ragazzo: "Cornuto, hai visto cosa accade a mettersi contro il Boss di Catania, ah?".

All'improvviso, da un'auto in lontananza uscì il Boss, un uomo che non ti aspetteresti mai: l'ex bomber del Catania calcio, l'ex numero 7, Giuseppe Mascara, detto Zio Beppe.

Mascara chiese a Marcello: "Dove sono i soldi?". Il ragazzo in lacrime disse: "Non ne so niente. Quali soldi?". Il Boss di Catania disse a Marcello: "Hai già dimenticato? I soldi per ricomprare il computer di mio nipote". Marcello disse: "Ho speso tutti i soldi che avevo in scommesse sui combattimenti tra Gigi D'Alessio e Gigi Finizio. Purtroppo ho scommesso sempre sul combattente perdente e così ho perso un'ingente somma di denaro. Non ho neanche un soldo". Zio Beppe disse al ragazzo: "Beh, in questo caso morirai". Quando ormai sembrava tutto finito per il nostro protagonista, arrivarono in questo ordine: la polizia, i cani antidroga e la Digos.

A questo punto Mascara disse cantando: "Non manca più nessuno, solo non si vedono i Ragnar Lodbrok". Proprio in quel momento arrivò Ragnar Lodbrok che disse: "Di Ragnar ce n'è uno solo e sono io". Ragnar, sulle note di una canzone napoletana, disse: "Senz i te nun posso stare perché m'appartien e perché me piaci tu, e stare con te è stat tanto bello ma mò nun ce stai chiù".

Traduzione: "Senza di te non posso stare perché mi appartieni e perché mi piaci tu, e stare con te è stato tanto bello ma adesso non ci sei più".

Dopo questa entrata alla Mario Merola, Ragnar e la polizia riuscirono ad arrestare Mascara e i suoi sgherri. Giuseppe Mascara si prese 7 anni di carcere, Tonino La Tortina si prese 8 anni di carcere e Lallo Lo Zoppo si prese 10 anni di carcere. Marcello tornò a casa e l'agente Ragnar, dulcis in fundo, fu premiato con delle torte alla nocciola e con 100 album di Gianluca Capozzi per punizione.


CALCIONATE: Peppe Mascara "Non abbiamo visto ancora il vero Catania" -  GLOBUS Magazine

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