giovedì 13 novembre 2025

Passiranico e Lillo a Boris

Un giorno i nostri eroi si ritrovarono in una notte fredda e gelida a casa di Lillo per vedere una serie TV che piaceva molto a tutti e due. Questa serie si chiamava "Boris".

 

Passiranico ad un certo punto disse la cosa più geniale mai detta in tutta la storia di questa sitcom. Passi disse: "Possiamo andare anche noi a Boris". Lillo disse: "Possiamo provare".

Così i nostri eroi andarono a Roma per vedere se potevano entrare a far parte della serie. Passi e Lillo incontrarono Ragnar, anche lui presente per una piccola parte. Ragnar disse: "Anche voi qui? Meno male, siete arrivati in tempo". Passi disse: "Perché in tempo?". Ragnar disse: "Perché tocca a voi. Sbrigatevi, forza! C'è pure Sebi. Ah, c'è anche Renato". Nemmeno il tempo di andare sul set che sentirono la voce del regista René Ferretti. Il regista disse: "Scusi, lei è Renato?". Il padre di Sebi disse: "Come scusi?". Il regista disse: "Voi siete i Truppa, no? Lei viene da Castellammare, classe 68". Sebi disse a Renato: "Pà, no, ti prego...". Renato disse a René: "Senti a infame der cacchio io vengo da Napoli, capito?". Spaventato, il regista andò a chiudersi dentro un camerino. Renato, infuriato, urlò: "Vieni fuori! C'abbiamo il crick in macchina. T'ofamo vede noi come se chiama il mio paese!". Lillo disse: "Ma una volta senza litigare in sta sitcom c'è?". Ragnar disse: "A quanto pare no. Il bello è che sarebbe pure una serie per bambini, pensa un po' te se era per adulti cosa c'era dentro".

Lillo disse: "Hanno chiamato i carabinieri, si stanno portando via il regista...". Ragnar disse: "Sì, vedo anche io. E Sebi e Renato? Dove sono andati?". Renato disse: "Qualcuno mi aspettava per caso?". Ragnar urlò: "Sono arrivati i caramba!". Lillo disse: "No! Io non ci torno a Poggioreale". Il Maresciallo disse: "Ma quale Poggioreale? Voi siete dei miti. Vogliamo solo fare una foto insieme a voi". Passi disse: "Insieme a me?". Il Maresciallo disse: "Insieme a te, Lillo e Ragnar". Renato disse al Maresciallo: "Con me e Sebi, no? Un momento, dov'è mio figlio?". Il Maresciallo disse: "Quale figlio? Il ragazzino è suo figlio?". Renato disse: "Sì, certo". Lillo disse a Renato: "Guarda, è in macchina. Non so cosa stia cantando, vedo solo che piange". Sebi cantò: "Una vita da mediano, correndo come il papi, anni di fatiche, sigarette, poi arriva lei e sei ai mondiali". Ragnar disse: "Oh, ma che cucciolone". Sebi disse a Ragnar: "Zitto, pelato". All'improvviso arrivò Santino che disse: "Ecco, a proposito de cucciolone, tra una litigata e l'altra non ce sta un Cucciolone?". Sebi disse a Santino: "Sì... io... ahaa...".

Una voce disse: "Sebi, smettila!". Sebi urlò: "Chi ha parlato?". Lillo: "Non lo so, ma è spaventoso". Sebi disse: "Ho capito chi sei! Ragnar! Damme er microfono!". Ragnar disse a Sebi: "Come hai fatto a capire che sono io? Vabbhè, daje". Sebi prese il microfono. Santino disse a Sebi: "CHE VOI  FA?". Renato disse: "Vai c'a base". Sebi cantò: "75 gocce, la Calabria fa le fiamme".

Ragnar disse: "Stamo con Santino". Lillo disse: "Cosa succede?". Santino disse: "Presto! Tutti dietro alle mie spalle". Renato disse: "Veloci! Tutti dietro a Santino".

 

Passi disse: "Dietro a chi? A quel romanac...?". Neanche il tempo di finire la parola "romanaccio" che Sebi gli saltò al collo. Inutile fu il tentativo dello stesso Santino di calmare la furia cieca dell'amico.

 

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