Tema ispirato dalla Cittadinanza Digitale (Baiting)
Video su Baiting: https://www.youtube.com/watch?v=mC6qt9wQYjM
Video su Exposure: https://www.youtube.com/watch?v=sQYbzOa_AAM&t=4s
In questa storia ci troviamo ai Murazzi del Po, a Torino. La protagonista della storia è Clara Magistri, una ragazza che ha 18 anni appena compiuti. A causa della sua bellezza, Clara era molto famosa a Torino e veniva spesso invitata a posare per degli shooting fotografici.
Un giorno la ragazza fu contattata per partecipare a degli scatti per un noto album fotografico. Clara accettò e andò a farsi fare le foto dal fotografo. Clara però venne costretta, per colpa di un contratto che aveva firmato, a fare anche delle foto "speciali" che sarebbero rimaste al fotografo per uso privato. Alcuni giorni dopo, il fotografo mandò le foto "speciali" a Clara e le scrisse: "Grazie per le foto, sono bellissime. Non ti preoccupare, queste foto non diventeranno pubbliche". Caso vuole che un giorno la protagonista della storia dimenticò di portare con sè la sua chiavetta all'università. A Clara serviva una chiavetta e quando si accorse che non ce l'aveva iniziò a disperarsi. Clara però vide che c'era una chiavetta sul pavimento vicino alla porta. Clara pensò: "Qualcuno l'ha persa. La prenderò in prestito, solo per oggi". Clara prese la chiavetta e la usò per salvare dei dati del computer della scuola. Dopo le lezioni, Clara tornò a casa e mise la chiavetta nel suo pc per trasferire i dati che aveva salvato a scuola. Ma Clara non sapeva che la chiavetta era di un suo compagno di corso, Matteo Pastori. La chiavetta di Matteo Pastori aveva dentro un programma informatico che ha la capacità di spiare e di rubare i dati del computer in cui viene inserita la chiavetta. Usando il programma nella chiavetta, Matteo vide le foto "speciali" di Clara. Matteo rubò le foto dal pc della povera malcapitata e poi le mise sulla sua pagina Instagram.
Tutti gli studenti della scuola videro le foto "speciali" di Clara e iniziarono a prenderla in giro in ogni modo possibile. La ragazza, stanca delle continue prese in giro da parte della classe, decise quindi che non avrebbe mai più posato per nessuna rivista o fotografo. Marco, fratello maggiore di Clara e capo ultrà del Toro, dopo aver sentito che sua sorella (a cui era molto legato) era in difficoltà, decise di intervenire e prendere dunque in mano la situazione. Marco chiese alla sorella: "Chi potrebbe essere stato a prendere le tue foto?". Clara disse: "Matteo Pastori". Marco disse: "Oh, lo conosco. Stai tranquilla, da qui intervengo io". Così Marco girò per tutta la città, insieme ai suoi amici, a bordo della sua Clio, sgommando e cantando: "Sei a Torino, i campetti, i coatti, i granata, i carabinieri, i mestieri. Sei a Torino, i miei campetti, le strade, le bische, i quartieri. Sei a Torino, i rioni, le risse sotto un ponte. Questa è Torino, benvenuto vez, nunn te nasconde".
Dopo aver trovato Matteo, Marco mandò i suoi amici a prenderlo. Il ragazzo venne così preso, caricato sulla Clio e portato in questura dinanzi ai carabinieri e alla polizia municipale di Torino. Il ragazzo dovette risarcire Clara per aver rubato le sue foto e averle messe su Internet. Il giudice, a causa della gravità del fatto, decise di dare a Matteo 5 anni di carcere e 7 mesi di lavori socialmente utili. Marco e Clara ricevettero anche gli applausi della gente della loro periferia dato che i due fratelli vivevano nel quartiere Crocetta, nel centro di Torino.
Clara, dopo questo avvenimento, ritrovò il coraggio di tornare a farsi fare scatti e a fare la modella senza paura. Marco e la sua compagnia di ultras granata accompagnavano Clara ad ogni servizio fotografico e divvenero anche i tutori della ragazza. In questo modo Clara, prima di firmare un contratto, aveva a disposizione il fratello maggiore e gli altri ragazzi della curva granata e quindi non correva il rischio di firmare contratti con fotografi con cattive intenzioni.
Alla fine Marco e gli altri ultras granata intonarono: "La vedi camminare con noi, con la pioggia e sotto il sole, non la inganneranno più i fotografi infami. Lottiamo per la sua dignità".
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