Passi disse: "Ehi, aspetta... ma quello non è...". Lillo disse: "Non lo dire! Non può essere lui". "E invece, miei cari amici, sono proprio io" disse una voce dall'altoparlante di una Clio Sport. Passi disse: "Ge… Ge... Gennaroooooo?". La voce disse: "Shhhhh zella pelati parlate piano che vi sentono. Comunque sì, sono Gennaro. Avete detto testualmente che volete andare a vedere il Napoli, no?". Lillo disse: "Sì, magari... non abbiamo soldi". Passi disse: "Il chiosco di limonate non ha reso molti soldi". Lillo aggiunse: "Perché qualcuno c'è passato sopra in moto cantando 'O Sole Mio. Te lo ricordi, vero?". Passi disse: "Quello è stato un incidente!". Gennaro disse: "Vabbuò bellezze, non è un problema. Vi ci portiamo noi allo Stadio Maradona. Passi disse: "Noi? Tu e chi?". Gennaro disse: "Ahh sì, non vi ho presentato questi due malandrini. Direttamente da Forcella e Pompei Alta... ecco a voi gli unici, inimitabili... Sebiiiiiiii e Rosarioooooo". Passi disse: "Sebi? Rosario?". Dalla Clio Sport uscì Sebi che disse: "Banda di baracconi, vi ci portiamo noi a vedere il Napoli. Salite!". Passi disse: "Ma chi è che guida?". Sebi rispose: "Mio nonno. No scherzo, Rosario". Tutti entrarono nella macchina. Sebi disse: "Rosario spingi l'acceleratoreeeeee". Rosario disse: "Ok!". La maccchina partì velocissima e in pochi secondi raggiunse i 300 chilometri all'ora.
Dopo essere arrivati allo Stadio Maradona, Gennaro disse: "Ora che siamo qui fate parlare Sebi ai tornelli, lui conosce un po' di gente". Sebi disse all'Uomo del Botteghino: “4 biglietti per Napoli – Sassuolo”. L’Uomo del Botteghino disse: “A nome di chi?”. Un attimo di silenzio raggiunse lo stadio. L’Uomo del Botteghino disse: “Ohhh! Che nomm aggià metter? Mannag a vui”. Sebi, tra una birra e l’altra, disse: “Metti… il…. Nome… Cuomo, signor Cuomo”. L’Uomo del Botteghino disse: “Cuomo? Signò Cuomo?”. Sebi disse: “Sì, Cuomo. Che c'è?”. L’Uomo del Botteghino disse: “Ma scusami un momento eh, ma tu sei figlio di Renato?”. Sebi disse: “Mmmm sì, così pare. E allora?”. All’improvviso una nube bianca, un fumogeno se si vuol dirla tutta, imbiancò lo stadio e un uomo apparve davanti ai nostri eroi. Passi disse: “E chi è quello?”. Sebi rispose: “Quello è mio suocero”. Passi disse: “Quel bestione è tuo suocero?”. L’uomo disse: “Bestione ci sarà tuo padre. Io son Catello. Forza! Venite qua con me tifosi del Napoli!”. Passi disse: “Ma io tifo Juve”.
Il gelo calò sullo stadio. Catello: “N'agg capit… ca ritt? Non ho compreso bene. Cosa hai detto?”. Lillo disse: “Ehhh, signor Catella…”. Catello disse: “Catella a soret! Mi chiamo Catello!”.
Lillo disse: “Mi perdoni, ho sbagliato. Non si arrabbi con noi… credo che il mio amico stesse scherzando. Non siamo Juventini. Vedete? Abbiamo le magliette del Napoli!”. Catello disse a Lillo: “Ah sì? Il numero 7 più forte della storia azzurra?”. Lillo disse: “Emmm… Peppino Frascatiella”. Gennaro disse: “Puuuuuu, ma come si fa a non conoscere il numero 7 più forte del Napoli?”. Rosario disse: “Vabbuono, è l'ultima possibilità. Chi è la famiglia più potente di tutta Pompei?”. Lillo disse: “I Cuomo?”. Sebi disse: “Allora sei sano!”.
Dopo mille peripezie la partita cominciò. Passi disse: “Dai che la vinciamo”. Lillo disse: “Eccoci… ha parlato…”. Inutile dire che non solo il Napoli perse 4 a 2 ma retrocedette anche in Serie B.
Sebi disse ai nostri eroi: “Sapete cosa avete fatto?”. Passi disse a Lillo: “Scappiamo?”. Lillo disse: “Non lo so, tu che dici?”. I due amici fuggirono da Napoli e si nascosero in un quartiere di Pompei. Sebi e Catello però raggiunsero presto i nostri eroi. Due fulmini colpirono Passiranico e Lillo. Passi disse: “Che velocità! Manco il tempo di piangere”.
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