giovedì 13 ottobre 2022

Rischi per l'eccessivo uso di Internet e della tecnologia - Parte 1: Isolamento

Tema ispirato dalla Cittadinanza Digitale (Isolamento)

Video su Isolamento: https://www.youtube.com/watch?v=EoJ2lmQT7DM&t=8s


Questa storia si svolge addirittura in Germania a Monaco e racconta la vicenda di Patrick     Onshvild. Patrick era un ragazzo di 17 anni, era considerato da tutti un ragazzo che usciva spesso di casa per andare a trovare nonna Patricia e nonno Mark. Fino a qui nulla di allarmante, era un ragazzo come gli altri. Patrick era appassionato di pesca sportiva e con questo sport aveva vinto diversi riconoscimenti comunali e trofei regionali. 

La mattina di Natale però cambiò tutto, i genitori di Patrick gli regalarono un nuovo videogioco per la PS4 di nome "Metal Gear Solid Resurrection". Patrick, tutto contento, accese la PS4 e provò subito il suo gioco nuovo. Il gioco era online, 2 giocatori sceglievano un personaggio e poi combattevano in una grande arena, per vincere la partita un giocatore doveva uccidere 2 volte il personaggio dell'avversario. I giocatori potevano giocare da tutto il mondo e c'era la classifica mondiale dove venivano scritti i nomi dei giocatori in ordine dal migliore al peggiore. Il giocatore migliore era quello che aveva vinto più partite in quel mese. Patrick iniziò a giocare.

Da quel giorno Patrick cambiò vita, non usciva più dalla sua stanza, mangiava molto tardi oppure saltava i pasti. Gli amici più stretti e la sorella maggiore Roxanne decisero di fare presente al ragazzo la loro preoccupazione per la piega che la "febbre da videogiochi" stava prendendo su di lui ma Patrick non li ascoltò. Un giorno i genitori di Patrick decisero una volta per tutte e per il suo stesso bene di togliergli i videogiochi ma poi cambiarono idea e misero una regola: "Patrick può giocare solo di sera e al massimo per 2 ore". Patrick però non migliorò, passava le mattine e i pomeriggi a guardare molti video del gioco su internet e la sera dopo cena giocava 2 ore, spegneva la PS4, faceva finta di andare a dormire e dopo pochi minuti riaccendeva la PS4 e giocava per tutta la notte con le cuffie. Qualche giorno dopo, i genitori di Patrick beccarono per caso il ragazzo mentre giocava alle 4 del mattino e allora decisero di intervenire più seriamente.

Un giorno, con la scusa di uscire per un gelato, i genitori di Patrick portarono il ragazzo da uno specialista che si occupava di casi di isolamento spontaneo, il dottor Ghubber. Dopo aver parlato un po' con il ragazzo, il dottor Ghubber disse in maniera seria a Patrick: "Tu devi uscire di casa più spesso, altrimenti il tuo caso può diventare una forma di ludopatia e quindi risultare molto grave sia per te che per la tua stessa famiglia".

Patrick però non riusciva proprio a smettere di giocare, una volta arrivò a giocare dalle 10 di sera fino alle sei del mattino del giorno dopo, senza nemmeno un'ora di pausa o di sonno. La sorella maggiore gli disse: "Patrick, a mali estremi, estremi rimedi. O smetti da solo o ti porto in una comunità specializzata per il tuo caso. Quel gioco sta diventando una droga, non te ne rendi conto?". Patrick allora si arrabbiò e disse: "Ascolta, io non riesco a smettere da solo e se non c'è altro modo mandami in comunità". Patrick entrò dunque in un programma comunitario di 5 mesi a Dortmund. Una volta uscito e tornato a casa, Patrick era totalmente cambiato, usciva più spesso e giocava con la PS4 solo un'ora al giorno, il ragazzo era tornato quello di prima.

Patrick disse: "Roxanne avevi ragione, quante cose mi sono perso, ti ringrazio per avermi fatto aprire gli occhi, che bella la vita, non è solo internet e videogiochi".


Adolescenza, videogame e isolamento | Francesco Rizzo Psicologo

1 commento:

marzai ha detto...

Bel messaggio, grazie Seba...