lunedì 1 agosto 2022

Allo SFA ricominciano le strane storie di tutti i tempi

Stamattina, appena arrivati in cooperativa, c'era già Franco che aveva già pulito il giardino e con una carriola piena di erba si avviava sulla strada per andare a svuotarla, ma quando arrivò vicino al cassonetto sotto il ponte, dei militari delle forze dell'ordine lo fermarono e gli dissero: “Patente e libretto”. Franco disse: “Eh certo, non ci vorrà la patente anche pel la barela?”. I militari risposero “Certo! Tutto quello che transita sulla strada deve essere bollato e assicurato e magari non ha neanche il bollo e l'assicurazione”. Franco disse: “Io no di certo”. I militari chiesero: “Di chi è la carriola?” e Franco rispose: “E’ della cooperativa che si trova qui vicino”. I militari dissero: “Bisogna pagare una multa” ma Franco si ribellò e quindi venne arrestato e trasferito subito nel carcere di Canton Mombello di Brescia.

Qualche giorno dopo, in cooperativa arrivò una telefonata, era l’avvocato di Franco.

L’avvocato di Franco disse: “Per far uscire Franco dal carcere ci vogliono 2.000 euro”.

“Come si fa?” si discute in cooperativa, tanti sono delusi e alcuni dicono: “Lasciamolo là che sappiamo dov'è”. Davanti al giudice donna Franco venne condannato a tre mesi di reclusione con la condizionale. La settimana dopo però era già a casa, questa volta era andato tutto per il meglio anche se Franco ne aveva subìto le conseguenze. Infatti da quando era tornato non parlava più per lo shock subìto. Tutti assieme cercarono di fargli tornare la parola ma non ci riuscirono. Un giorno Franco ritornò con la sua carriola sulla strada e venne fermato ancora una volta dai militari. Franco cercò di spiegarsi a gesti mai i militari, non capendo cosa diceva, lo arrestarono ancora una volta. Ma questa volta davanti al giudice donna che voleva condannarlo a Franco tornò la parola e con il proprio avvocato chiese dei soldi per i danni morali ricevuti per colpa dei militari. Andando a vedere la legge si scoprì che non c'era bisogno di patente e di assicurazione per portare una carriola e quindi Franco venne liberato e prese anche molti soldi. Da quel giorno Franco si rifiutò di fare il giardiniere, allora la cooperativa Azzurra prese dei robot che tagliavano le siepi, i tronchi e facevano un po' di tutto e curavano il giardino.

Il giudice donna si innamorò di Franco e i due si sposarono dopo aver chiamato Franazaia.

Franco e il giudice donna ebbero due figli maschi di nome Cipro e Cliton e due bambine di nome Francesca e Barbara. Da grandi Francesca e Barbara si sposarono con Silvano.

Al matrimonio ci fu un banchetto nel giardino della cooperativa organizzato da Paola che preparò: pizze, coniglio alla cacciatora, torte nuziali, angurie, meloni con prosciutto, olive ascolane, mozzarella in carrozza e in carriola, maiale arrosto, brioches, focacce, tè, acqua, birra, coca cola, aranciata, tè rosso, Ceres, gassosa, amaro Lucano e infine un buon caffè con Sambuca e grappa.

 

 

Barbara e Francesca mogli di Silvano

 

Questa storia è stata scritta con la collaborazione di Marcone, Silvano, Paola, Tebaldo, Paolo S. e Alessandro B. e con la presenza di Paolo M. e Cinzia.




                                           Barbara e Francesca mogli di Silvano

con la collaborazione di Marcone, Silvano, Paola, Tebaldo, Paolo S., Alessandro B. e la presenza di Paolo M. e Cinzia

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