Tema ispirato dalla Cittadinanza Digitale (Fake News)
Video su Fake News: https://www.youtube.com/watch?v=4Nm5Ot8MtKc&t=18s
Questo è il racconto di Diana Durchenkova, una ragazza di origini russe ma che vive a Brescia, più precisamente in via Pola. Diana, pur avendo solo 21 anni, era una modella molto conosciuta per le parti del Bresciano. Il caso volle che un giorno di luglio Diana venne contattata da un fotografo di nome Mirko Martinelli per un servizio. La ragazza accettò di buon grado di prendere parte a questa iniziativa, dopo alcuni scatti però tra Diana e Mirko iniziò ad esserci una simpatia reciproca e così i due decisero di diventare amici. Mirko, che all'epoca dei fatti si era sposato da poco e aveva 23 anni, venne a sapere della passione di Diana per il cantautore italiano Ivan Graziani e così organizzò di andare a Ravenna con la ragazza per un concerto di una Tribute Band dello stesso cantante. Diana e Mirko andarono al concerto ma all'intonazione di "Maledette malelingue", nessuno dei due poteva immaginare che da lì a poche ore la loro vita sarebbe diventata un inferno.
Una collega di Diana di nome Rossana Garvazzi scattò una foto ai due e la mise su internet. Nella foto Diana e Mirko sembravano due fidanzati che si divertivano insieme. A Brescia cominciarono a serpeggiare delle voci che dicevano: "L'amicizia tra Diana e Mirko si è improvvisamente trasformata in una relazione sentimentale". Altre due colleghe di Diana pubblicarono su internet vari articoli che contenevano Fake News (notizie false) sulla vita della ragazza. Gli articoli dicevano: "La modella Diana Durchenkova è l'amante del fotografo Mirko Martinelli che è un uomo sposato, non solo, Diana è l'amante di altri quattro fotografi che sono tutti sposati e uno di questi è anche il suo capo".
Per colpa di queste Fake News, Diana era vista in malo modo dalle persone con cui lavorava. La situazione era grave perché le colleghe di Diana stavano pian piano rovinando sia la sua vita lavorativa che i suoi stessi rapporti con i suoi genitori. Diana resistette fino al 28 dicembre 2013 quando dopo l'ennesima presa in giro, la ragazza decise di andare dalla polizia del quartiere Pola di Brescia per denunciare le sue colleghe per aver diffuso su internet notizie false su di lei. Le forze dell'ordine decisero di intervenire solo il 7 agosto 2014. I poliziotti arrestarono Rossana Garvazzi e altre due colleghe di Diana: Mirella Giovinotti e Margherita Riina (di quest'ultima è molto conosciuto il cognome, vero? Infatti lei era la figlia del mafioso Salvatore Riina).
Rossana Garvazzi venne costretta a fare 8 mesi di reclusione. Pensate che le altre due ragazze invece vennero condannate a fare 9 anni di carcere e vennero anche costrette a pagare 1000 euro a testa alla povera Diana per risarcirla dei danni morali.
Nessun commento:
Posta un commento