Buon giorno, sono sempre io Giacomo.
Oggi vorrei raccontarvi di un'episodio che mi è capitato, sempre col treno, i primi giorni che ho cominciato ad usare il mezzo pubblico per i miei spostamenti, tra i miei timori e paure varie che avevo .
Le mie paure nascevano sopratutto dal mio timore di non riuscire a fare quello che con tanta pazienza mi avevano insegnato i miei terapisti giù nella struttura riabilitativa, perchè finchè mi trovavo là con loro che mi seguivano mi riusciva tutto relativamente facile e spontaneo.
Finchè mi son trovato all'interno della struttura filava tutto abbastanza liscio anche perchè li era tutto studiato e concepito per i disabili, per me era un pò come andare sul velluto.
Un bel giorno le ragazze della terapia occupazionale (praticamente sarebbero operatori specializzati sopratutto nel recupero delle funzioni elementari in modo che ognuno si possa rendere il più possibile autosufficiente, insegnandoli come muoversi in casa ,come andare al bagno , be insomma tutte quelle cose che una persona deve fare normalmente per se stesso cercando logicamente nei limiti e nelle possibilità di ognuno di noi ).
Un bel giorno mentre come tutti i pomeriggi ci trovavamo più o meno i soliti 4 o 5 persone a fare terapia le ragazze ci hanno chiesto se ci sarebbe piaciuto uscire un pomeriggio a fare un giro per la città .
Figuratevi noi tutti felici di poter uscire fosse anche solo per un'oretta, anche perchè tutti più o meno eravamo tra ospedale e riabilitazione circa 6 mesi che non uscivamo, l'entusiasmo era come potete immaginare alle stelle e già facevamo i vari progetti sù cosa avremmo potuto fare una volta fuori.
Cosicchè la settimana dopo già un'ora prima dell'orario stabilito eravamo fuori dalla porta pronti e trepidanti ,non riuscivamo a star fermi sembravamo dei bambini la mattina di natale ,impazienti come non mai.
Già però io non avevo fatto i conti che fuori da li la realtà era molto diversa,
non avevo certo tenuto conto di quelle cose cui prima non facevo neppure caso le saltavo e basta senza fermarmi a pensare, le cosidette barriere architettoniche perchè finchè mi trovavo dentro non riuscivo a capirle.
Pronti via ,eravamo in 6 con 4 operatrici che ci seguivano facendoci un pò da angeli custodi usciamo all'esterno e già mi sembrava di resuscitare dopo tanto tempo chiuso dentro mi sentivo allargare il cuore a trovarmi in giro per le strade come facevo prima a parte la carrozzella ovviamente .
Fatto il primo pezzo di strada aimè sono i problemi il marciapiede purtroppo era tutto segnato dalle radici ed era tutto sconnesso, li ho cominciato ad avere timore perchè oltre allo sforzo fisico non indifferente mi trovavo a dover superare delle difficoltà che prima non avrei mai e poi mai neppure pensato fossero cosi grandi e mi sembravano montagne abituato com'ero a saltare ogni ostacolo che incontravo, purtroppo ero ora su una sedia a rotelle e non potevo certo salare ogni formica che incontravo ma li dovevo affrontare e superare.
dopo non poca difficoltà e parecchia fatica arriviamo all'ascensore che ci avrebbe portato sotto terra per prendere la metro leggera .
Ho tirato un sospiro di sollievo e mi son detto, oh finalmente lascio riposare un pò le braccia e mi lascio trasportare,scesi sotto eravamo li sulla panchina che aspettavamo il metrò ridevamo e scherzavamo tranquillin e felici di quello che eravamo riusciti a fare.
Non pensavo certo che un'altro problema mi si stava parando davanti, salire sulla carrozza,facile direte voi ,non per me che per dover salire dovevo impennare la carrozzina in modo da far passare le ruote davanti che sono molto piccole e fargli passare il vuoto che resta tra banchina e carrozza manovra all'apparenza facile provata e riprovata centinaia di volte in palestra, ma il ritrovarmi li con ste buco davanti, la paura di sbagliare i tempi e riuscire a salire non mi sembrava poi cosi scontato come credevo.
Superate le mie paure sono riuscito salire finalmente, mi sono detto "menomale è andata bene" e mi sono tranquillizzato.
Ma il più bello era ancora da venire per me, una volta arrivati a destinazione un'altra sorpresa mi aspettava.
Scesi dal metrò la mia operatrice mi si avvicina e mi dice, con fare un po' cosi': "cosa ne diresti di provare a fare le scale mobili? parlo di scale mobili non di tapisroulant".
mi si è fermato il cuore per un'attimo l'ho guardata e squadrata come per dirle no per favore non farmi questo, purtroppo lei non si è impietosita affatto, anzi con voce quasi autoritaria m'ha detto: "eh e se ti dovesse succedere che l'ascensore non funziona ? cosa fai? stai qua sotto finchè non lo riparano? Dai dai che proviamo", e cosi con lei ovviamente dietro a reggermi ed aiutarmi nel caso c'e ne fosse stato di bisogno siamo saliti con mia grande paura e credo che se non me la sono fatta sotto quella volta è stato un miracolo.
Alla fine è andato tutto bene e tutta la comitiva è partita per fare un giro per le varie vie e piazze della città, ci siamo pure fermati a prenderci un'aperitivo, cosi giusto per sigillare quella giornata che per me è stata indimenticabile.
Finiti tutti i nostri giri pronti per tornare indietro, tutti stanchi e abbastanza provati dalla giornata, arrivati di nuovo all'entrata del metrò, mi si avvicina di nuovo la mia terapista ed io esclamo:"nooooo cosa mi vuoi far fare ancora?".
Lei mi guarda e sorridendo mi dice: "semplice le abbiamo fatte a salire adesso dobbiamo provare a farle a scendere", ed'io: "no ti prego noooo".
Lei invece sempre col sorriso però col dito mi ha indicato l'entrata della scala mobile.
Quando mi sono trovato davanti gli dico: "ma come faccio a scendere, se salgo cosi rischio di fare un capitombolo in avanti e di fare tutta la scala a ruzzoloni".
Lei: "è qui il bello non la devi fare in avanti ma all'indietro", li ho veramente avuto paura, il fatto di non poter vedere dove andavo mi metteva un'ansia incredibile, ma per fortuna anche grazie all'aiuto dei nostri angeli custodi è finito tutto bene e siamo rientrati stanchi morti (almeno io), però felici di quella fantastica esperienza, ed è stata anche una grande lezione per quello che poi avremmo trovato una usciti da là.
Un mio personale ringraziamento alla mia terapista occupazionale, che mi ha seguito passo passo nella mia crescita individuale.
Certamente la mia crescita non si è fermata li ma è in continua evoluzione, anche grazie alle persone con cui interagisco adesso.
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