Giocare il pallone.
Mucchio di persone, guardare, giocare.
Dopo.
Mi sono rotto.
Il Ginocchio.
Legamenti.
Costanza, cosa ti scrivo?
Sono tornato, dietro.
Fatto.
O io?
Aiutare, Marzia.
Perchè ci sono.
Mie patate.
Questa, una canzone.
Cantano.
Era biondo, lui.
Invece i ragazzi fanno niente.
Perchè l'educazione, la gioventù.
Devono imparare.
Ciao.
Franco B.
( Siamo andati, lo siamo davvero se lo dice il Poeta. Se il Sommo emette una sentenza così schietta è arrivato il momento di raccogliere armi, bagagli e legamenti col fine di ritirarci per un'accurata riflessione. Partendo da un esempio facilmente comprensibile da tutti, ovvero il tanto amato pallone, il Nostro si lancia senza il metaforico paracadute del compromesso finendo col toccare argomenti come di consueto scottanti, delicati, pressanti. Fra tutti spicca l'educazione giovanile che inevitabilmente talvolta ci costringe a chiudere un occhio, sperare nell'altrui pazienza e talvolta nel fato; Franco B. non si presta a tali sotterfugi e spalanca i bulbi oculari fino a farli divenire due fari lucenti che inevitabilmente finiscono con l'illuminare il nostro cammino. E' nell'apprendimento la soluzione, Egli ci suggerisce. Da un tubero di patata può nascere un mondo che al calar del sole diviene musica con il canto delle cicale ed il calcolo delle formiche; unendo l'utile al dilettevole la gioventù sarà degna e forte riempendo di speranza il popolo della Terra che ha tanto bisogno di ricercare nelle nuove generazioni un punto di partenza per arrivare al benessere di ogni singolo abitante. Il progetto ambizioso del Nostro troverà riscontro solamente dinanzi al nostro sforzo di osservare la luce che brilla negli occhi dei nostri figli e nipoti; rendiamo quella luce un raggio di sole usando la saggezza e guidando i nostri virgulti alla gioia attraverso il sacrificio, alla forza attraverso la cooperazione ed alla libertà di amare e di amarsi.
Cui prodest? Omnes.
Ubi Franco B minor cessat.)
1 commento:
chippò lur iò...
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